E’ un ambito della sanità che pochi conoscono e di cui poco si parla, ma rappresenta un modello di eccellenza in tutto il centro Italia, in termini di qualità e quantità delle prestazioni erogate e in termini di attenzione a 360° rivolta all’utente: è l’attività sanitaria che viene svolta quotidianamente nel carcere di media sicurezza di Perugia a Capanne.
“L’assistenza sanitaria fornita al detenuto dal presidio sanitario penitenziario – tiene a precisare il direttore generale della USL Umbria 1 Giuseppe Legato – è accurata e capillare e viene garantita al pari del cittadino libero. Tutto il personale sanitario è addestrato a far fronte ad evenienze di emergenza-urgenza e collabora attivamente con l’amministrazione penitenziaria, con l’area cosiddetta trattamentale e con le associazioni di volontariato che vi operano, con lo scopo non soltanto di garantire un’assistenza adeguata ma anche di rendere meno ‘opprimente’ la permanenza in carcere”.
In generale tra i bisogni di salute dei detenuti prevalgono i disturbi psichiatrici legati allo stato detentivo; sono frequenti i disturbi conseguenti ad assunzione di sostanze psicoattive legali ed illegali, disturbi del cavo orale, problemi dermatologici, traumi, disturbi ginecologici.
Nel carcere di Capanne, che attualmente comprende 437 detenuti di cui 57 donne, di età media 35/40 anni (dati al 04/01/2014), l’assistenza sanitaria è garantita 24 ore su 24 dal medico e dagli infermieri di guardia. Tutti i giorni tre medici di sezione, che fungono da medici di medicina generale, ricevono in ambulatorio (i detenuti possono richiedere la visita medica liberamente). Inoltre vengono fornite consulenze specialistiche interne (odontoiatria, cardiologia, ecografia, tele radiologia, ortopedia, infettivologia, oculistica, ORL, chirurgia generale, ginecologia e ostetricia, pediatria), attività diagnostico-terapeutiche, assistenza protesica e farmaceutica, attività vaccinale e consulenza pediatrica ai bambini di età compresa tra 0 e 3 anni, quando presenti in istituto con la madre.
Molto curato è anche l’aspetto della prevenzione e infatti l’azienda sanitaria garantisce anche screening dei tumori femminili e del colon retto. Inoltre, grande attenzione è dedicata alle attività che riguardano la consulenza psichiatrica e il sostegno psicologico e, nell’ambito delle attività del Ser.T., la consulenza e il sostegno per le dipendenze patologiche da alcol e droghe. Attivo anche il servizio di mediazione culturale per venire incontro alle esigenze dei numerosi detenuti stranieri.
“Tutto il personale del nostro servizio è impegnato a fornire assistenza sanitaria nel migliore dei modi, senza trascurare nessuno e indipendentemente dal tempo di permanenza in carcere degli utenti. Non esistono pregiudizi legati alle cause della detenzione, alla religione o alle diverse culture – commenta Simona Castoldi, responsabile per il S.I.T.R.O. (Servizio infermieristico tecnico riabilitativo e ostetrico) del presidio sanitario. Un ruolo importante è rivestito dagli infermieri che, oltre ad occuparsi di attività meramente tecniche (ad es. la somministrazione delle terapie, la cura delle ferite, il controllo dei parametri vitali, ecc), con il loro operato contribuiscono ad attenuare lo stress psicologico legato alla detenzione” .