Recupero della memoria rurale e tutela della qualità e della salute, attraverso l’olio extravergine di oliva. Questa è la mission dell’Associazione Città dell’Olio che, trasversalmente alle filiere del turismo, dell’ ambiente e della cultura, promuove il territorio per un benessere fisico e mentale. “È un traguardo che abbiamo raggiunto tutti insieme, un passo dopo l’altro – dichiara aprendo i lavori, il presidente Enrico Lupi – per portare avanti una filosofia di vita”. Si è svolta oggi a Spello l’assemblea celebrativa dei quindici anni della costituzione delle Città dell’Olio. La domanda di Carlo Antonini, primo presidente dell’Associazione, è fondamentale: siamo stati utili all’olio? E ai territori vocati? Certamente è difficile fare agricoltura in un paese che aspetta da 15 anni il nuovo piano olivicolo nazionale ma gli aspetti positivi ci sono e non pochi.
“Per far conoscere il territorio dobbiamo fare rete – continua l’assessore all’Agricoltura della provincia di Perugia, Roberto Bertini – come testimonia il lavoro vincente svolto in questi anni dall’Associazione che è stata in grado di animare e sorreggere, collaborando con tutte le realtà locali, la parte più intima e identitaria della civiltà contadina dell’Italia.”. Un bilancio decisamente in attivo per una attività che ha rinnovato i legami storici propri degli antichi borghi rurali a cui hanno aderito oltre 340 enti di 17 regioni d’Italia. Un pezzo della storia di tutti noi, capace di un’impronta culturale straordinaria. “I quindici anni celebrativi dell’Associazione non sono sicuramente un punto di arrivo ma un nuovo punto di partenza – spiega il sindaco di Spello, Sandro Vitali – per integrare sempre di più i vari comuni che fanno parte delle associazioni di cultura identitaria, come olio e per fare in modo che la valorizzazione del nostro patrimonio artistico e enogastronomico passi attraverso un messaggio emozionale che attragga il turismo”.
Numerosissimi i sindaci dei “comuni dell’olio”, tra le autorità presenti arrivate da ogni angolo del Bel Paese: il neo-presidente delle Città del Vino, Giampaolo Pioli, il vicepresidente del consiglio regionale del Molise, Antonio D’Alete, tutti hanno portato i loro saluti a cui si sono aggiunti quelli scritti del ministro all’Agricoltura, Luca Zaia e del ministro al Turismo, Michela Brambilla. Anche questo è l’Oro di Spello, anche questo è Umbria: un territorio dove l’olivo cresce praticamente ovunque. I primi a coltivarlo furono gli Etruschi. Con l’avvento della civiltà romana gli olivi si diffusero ulteriormente, imponendo il fiume Tevere come arteria principale per il commercio con la capitale. La decadenza di Roma coincise con quella di questa splendida pianta che fu rivalorizzata dallo stato pontificio: si calcola che agli inizi del quattrocento la superficie coltivata fosse il doppio di quella attuale.
Il numero si è progressivamente ridotto, soprattutto a causa delle grandi gelate del 1929 prima e del 1956 dopo, fino ad arrivare ai circa cinque milioni e mezzo di piante attuali su una superficie di 27.847 ettari ( di cui sono in produzione 27.792 ettari). Oggi il Cuore Verde d’Italia, con i suoi oltre 250 frantoi, rappresenta una filiera modello, la prima a fregiarsi della DOP sull’intero territorio regionale nel 1997 – che rappresenta circa il 6% della produzione regionale e circa il 2% di quella nazionale – con aziende leader nel settore della produzione e dell’imbottigliamento oltre che nella produzione di macchinari specializzati. Nella campagna olearia 2009/10 (secondo fonti ISTAT con rilevamenti aggiornati a luglio 2009) sono state prodotte 685.754 tonnellate di cui 545.850 della provincia di Perugia e 139.904 della provincia di Terni. La produzione umbra rappresenta circa il 2% della produzione nazionale con 36.004.561 tonnellate prodotte mentre la superficie in produzione è pari al 2,43% di quella nazionale che si attesta su 1.141.124 ettari coltivati. (JPS)