Nell’ambito della campagna nazionale di prevenzione dei disturbi uditivi promossa dell’Associazione “Nonno Ascoltami”, domenica 8 ottobre a Terni, in piazza della Repubblica, dalle ore 10 alle 20 la Clinica Otorinolaringoiatrica dell’ospedale di Terni, diretta dal dottor Santino Rizzo, effettuerà uno screening audiologico gratuito rivolto alla popolazione di ogni età. La diminuzione della capacità uditiva o ipoacusia comporta una ridotta percezione dei suoni e difficoltà nel capire le parole, soprattutto se pronunciate a bassa voce o in presenza di un rumore di sottofondo, che nell’anziano può determinare isolamento sociale e favorire l’insorgenza di forme precoci di demenza senile, mentre nei bambini può causare ritardi nello sviluppo del linguaggio con notevoli implicazioni individuali e sociali.
Nel mondo 590 milioni di persone convivono con una riduzione della capacità uditiva e si stima che entro il 2050 oltre un miliardo di individui soffrirà di ipoacusia. In Europa il numero totale di persone con problemi di udito supera la popolazione della Francia, mentre solo in Italia si contano più di 7 milioni di soggetti con ipoacusia. La perdita uditiva è più frequente nelle persone anziane a causa di un naturale invecchiamento del sistema uditivo: più del 40% delle persone tra 60-69 anni di età presenta una forma significativa di ipoacusia e l’incidenza aumenta fino al 90% dopo gli 80 anni.
Tuttavia, anche i più giovani possono subire una diminuzione della capacità uditiva, che può essere causata da traumi acustici (dovuti ad esempio all’ascolto della musica ad un volume troppo elevato), malattie genetiche, otiti, ecc.
Anche se l’origine delle difficoltà uditive non è sempre chiaramente definibile, in generale l’ipoacusia è imputabile a un danneggiamento o a una malformazione – congenita o acquisita – di una o più parti dell’orecchio. Le ipoacusie congenite sono molto spesso legate a fattori ereditari oppure a malattie insorte durante la gravidanza e il parto (forme rare e in diminuzione grazie alle politiche sanitarie di prevenzione e cura neonatale). Circa un terzo dei deficit uditivi presenti dalla nascita si deve a fattori ereditari. Imputato è un gene, la connexina 26.
Le ipoacusie acquisite invece sono correlate all’invecchiamento o ad altri agenti esterni di varia natura: inquinamento acustico (per esempio, il rumore è la prima causa d’invalidità professionale), otosclerosi, infezioni da batteri e da virus (per esempio scarlattina, rosolia, meningite), ma anche un’otite trascurata, malattia frequente soprattutto nell’infanzia, può causare forme irreversibili d’ipoacusia; inoltre anche alcol, fumo e alcuni farmaci sono ototossici, cioè possono esercitare un’azione tossica sull’organo dell’udito.