20 marzo 2022 – Luigi Campi – Nel Parco del Monte Subasio c’è un antico mulino ad acqua, l’unico del genere ancora perfettamente funzionante in tutto il parco. Si chiama Mulino Buccilli o anche Mulino di Valentino e si trova sulla strada che da Valtopina porta a San Giovanni di Collepino.
Lungo quello che dagli abitanti viene chiamato Fosso dell’Anna, un affluente del fiume Topino, un tempo di mulini ce n’erano tre, dei quali ne sopravvive soltanto uno grazie alla determinazione di Domenico Buccilli, padre di Valentino, nonno dell’attuale proprietario che si chiama, anche lui, Valentino.
I proprietari, con la farina del loro molino, producono un pane particolare e squisito, cotto in un antico forno a legna. Quest’arte si tramanda di generazione in generazione sin dalla nascita del molino, attestata al 1861, data incisa sugli architravi e sui tavoloni delle macine. C’è però un documento d’archivio del 1507 che ne attesta la costruzione da parte dei fratelli Cellino e Buccillo Migliorucci, della Villa di Sentino.
Ma come funziona un mulino a palmenti? Prima di tutto serve tanta acqua, che viene raccolta in bottaccio, cioè in una sorta di laghetto, e rilasciata cadere attraverso due bocchette sulle pale (i palmenti) della ruota in pietra usata per macinare i cereali e sugli ingranaggi del setaccio.
Il mulino è visitabile. Si possono vedere le macine di pietra con i palmenti, sui quali va a cadere l’acqua mettendo in moto tutto il meccanismo, con un rumore che ha il sapore dell’antico. Delle due ruote di pietra, posizionate una sopra l’altra, quella sottostante è fissa e l’altra ruota sopra la prima intorno al suo asse centrale. Il grano da macinare, introdotto dalla tramoggia al centro della ruota superiore è costretto a passare fra le due superfici delle ruote dove il chicco viene rotto e ridotto in farina, la quale uscirà da apposite scanalature.
Ah, a proposito, quando si dice “mangiare a quattro palmenti” vogliamo dire trangugiare cibo in quantità come farebbe con il grano un mulino dotato di ben quattro macine.