30 Luglio 2022 – Luigi Campi – Ad Orvieto c’è una torre dal nome che trae in inganno. Si chiama la torre del Maurizio, ma Maurizio non è mai esistito. Per vedere com’è andata dobbiamo fare un salto indietro nel tempo.
Bolsena, 1263. Durante la messa da un’ostia inizia a colare sangue. Papa Urbano IV manda subito il vescovo di Orvieto, accompagnato dal domenicano Tommaso d’Aquino e dal francescano Bonaventura da Bagnoregio, teologi tra i migliori. Il fatto è confermato, le reliquie vengono portate ad Orvieto nella cattedrale di Santa Maria.
Orvieto1290. La cattedrale ha bisogno di ingenti restauri e il papa decide di costruirne una nuova che, per glorificare la reliquia, dovrà essere la più bella mai costruita. Furono necessari tre secoli per completare quell’opera, che diventò un vero e proprio capolavoro architettonico.
Guglie, bassorilievi, decori, ma soprattutto il grande rosone, un meraviglioso ricamo in pietra, con un duplice giro di 22 colonnine tortili e un tripudio di ricami e di facce di Santi, frutto del genio di Andrea Pisano.
La nostra storia inizia qui, durante i lavori di costruzione della nuova cattedrale, nell’enorme cantiere della piazza, in mezzo a quelle moltitudini di maestranze.
Anche solo controllare i turni degli operai e comunicare gli orari di inizio e fine della giornata lavorativa, era cosa assai impegnativa.
Il Papa e il Podestà ebbero un’idea. Costruire un grande orologio che battesse le ore e comunicasse ogni giorno gli orari di inizio e fine lavori. Nel 1347 l’Opera del Duomo diede l’incarico a un Maestro orologiaio di realizzare un meccanismo da istallare sulla torre medievale al limitare del cantiere. Le ore erano scandite da una figura in bronzo con un martello che al momento giusto picchiava su una campana.
E perché fosse chiaro il suo scopo, fu vestita come un Dottiere, cioè come un ufficiale dell’Opera del Duomo, con il suo abito tipico e lo stemma del cantiere.
L’orologio era un orologio del cantiere, cioè un ariologium de muricçio (da muricio cioè muro, cantiere per estensione). Muricçio col passare del tempo divenne Maurizio. Gli Orvietani si affezionarono a questo nome e chiamarono Torre del Maurizio la torre che ancora oggi continua a battere le ore con il suo martello.