Da oltre due secoli e mezzo si dà alle stampe il celebre Lunario e Almanacco Barbanera. Avviene in Umbria, a Spello, in un luogo tra la terra e il cielo. Dove la Luna è di casa. La si può infatti incontrare in un antico bachificio del Settecento dove anche le amate edizioni si alimentano al ritmo di un incantevole Orto Giardino delle Stagioni, sostenibile, biodiverso e felice.
Abituati ad ammirarla in cielo, la si può invece scoprire – lei, la Luna – capace di darci una mano in casa, nell’orto, nel giardino. Affiancarci, generosa alleata, nei tanti diversi momenti della quotidianità. A svelarlo, con una moltitudine di pratici consigli, è da molto tempo – dal 1762 – Barbanera, il Lunario e Almanacco più antico e celebre d’Italia.
Felice incontro di tradizione e attualità, Barbanera è oggi un classico del buon vivere, è uno stile di vita che guarda alle armonie tra cielo e terra, sono le buone pratiche e i saggi consigli scanditi dall’instancabile crescere e calare di un’attenta Luna, che ispira, suggerisce, infaticabile “lavora”.
Ma c’è di più. Quel Lunario è uscito dalle pagine, si è fatto straordinario luogo di sempre nuovi appuntamenti con il tempo. E qui, si può davvero incontrare la Luna. Si chiama San Giuseppe, è un antico complesso agricolo nella piana che lambisce Spello. È la sede dell’Editoriale Campi, storica casa editrice del Barbanera, che oggi accoglie anche la Fondazione Barbanera 1762.
Varcato il cancello, accolti da un gelso secolare, si entra nella “casa” di Barbanera, si tocca con mano quel che il leggendario astronomo e filosofo tramanda da secoli. Qui si “sperimenta” ogni giorno, seguendo il tempo del cielo e della terra, quello che poi vive nell’Almanacco: le atmosfere, le luci, i colori, le buone pratiche dello spirito e delle cose da fare. La quotidianità si modula tra orti e prove di stampa, tra gli spazi – un bachificio del Settecento poi essiccatoio – che conservano la memoria del tempo, e un moderno “opificio”, dove innovazione, attualità e design si fanno al contempo evoluzione e portavoce di un’attività editoriale che punta sui valori di un lavoro e di un’esistenza a misura d’uomo.
In questa oasi di 7 ettari certificata Bio, simbolo del luogo è il piacevole Orto Giardino delle Stagioni, – c’è sempre qualcosa da fare – progetto del paesaggista Peter Curzon. Uno scrigno prezioso di biodiversità che accoglie ortaggi in via d’estinzione, frutti di archeologia arborea, semi rari, erbe officinali, fiori. A cui si dedica una coltivazione biologica, naturale, gentile, fatta di antichi gesti, rispettosa del luogo e dell’ambiente.
Impossibile non lasciarsi attrarre, non “sentire” l’energia della terra e cominciare a passeggiare, esplorare in un gioco sensuale le “stanze” delle aromatiche e delle rose. Soffermarsi a gustare l’uva e le polpose albicocche, farsi incuriosire da sconosciuti frutti dai sapori dimenticati, sostare alla fontana per un rapido ristoro. Poi proseguire, attraversare il pergolato di viti d’ogni tipo, da cui pendono, pronti a farsi raccogliere, grappoli dai diversi sapori, venuti da ogni tempo. Assaporare gustose fragole, i lamponi, raccogliere fagioli di epoche lontane, spiare le zucche e il tagete abbracciati in solidale amicizia. E si pianta, si trapianta, si annaffia, si pota e si raccoglie, con le fasi, calante, crescente, ogni giorno, si spera nel buon tempo, si interpella ogni volta, la saggia ed esperta Luna.
Perché qui la Luna si incontra. Ogni giorno è qui, nella casa di Barbanera, immancabile nel Lunario, nell’Almanacco e nell’Orto Giardino, a raccontare storie, a donare esperienza, a segnare quella strada che da due secoli e mezzo – ambientalista per vocazione –
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