29 maggio 2023 – Luigi Campi – La zona intorno ad Orvieto è non solo ricca di bellezze naturali ma è anche una zona di grande interesse archeologico, dove sono stati rinvenuti numerosi reperti in ottimo stato, testimonianze di un passato altrimenti sconosciuto. Il sito etrusco più importante è quello della Necropoli del Crocifisso del Tufo, risalente al VI secolo a.C. Il nome di origina cristiana con il quale è conosciuta la necropoli deriva da una chiesa rupestre poco lontana, dove si trova un crocifisso scolpito nel tufo. Soprattutto la Necropoli è importante per il suo valore religioso, che mette in evidenza la concezione mistica che gli Etruschi avevano dell’aldilà. Necropoli significa città dei morti, nel nostro caso una città sorta ai piedi della rupe sul cui pianoro conducevano, invece, la loro vita i vivi. Uno stretto legame che indica come, per gli Etruschi, la morte fosse semplicemente un cambio di destinazione. Le tombe hanno una forma rettangolare, disposte ordinatamente a formare una pianta urbanistica ben delineata, come una vera città. Sono destinate a nuclei familiari, qualcosa di simile alle odierne cappelline di famiglia nei cimiteri comunali. Sono arrivate a noi talmente ben conservate che, sull’architrave di alcuni ingressi si legge ancora il nome della famiglia che vi è sepolta, con la formula: Io sono di… seguita dal nome della famiglia proprietaria. Le porte di accesso erano chiuse con blocchi di tufo, messi a liscio delle pareti e, per evitare che, in caso di apertura contemporanea di due tombe, ci si intralciasse, gli ingressi non erano mai affrontati. All’interno sono state scoperte sepolture inumate ma anche urne cinerarie. Il gran numero di iscrizioni rinvenute, tutte riferite ad antiche famiglie etrusche di Orvieto, sono, forse, la testimonianza più antica esistente di una necropoli riferita ad una unica comunità.