Le ultime linee guida nella gestione del paziente affetto da tromboembolismo venoso in Medicina Interna e d’Urgenza sono state al centro di un incontro formativo organizzato dalla Simedet e dal Centro Formazione della Usl Umbria 1 l’8 giugno ad Assisi, durante il quale sono stati esaminati anche l’utilizzo corretto dei farmaci anticoagulanti e la gestione adeguata dei pazienti in trattamento.
In particolare, anche a seguito dell’introduzione di numerosi farmaci anticoagulanti per il trattamento del tromboembolismo venoso (TEV) nonché delle nuove conoscenze in ambito di diagnosi e terapia, si è evidenziata la necessità di un adeguamento delle conoscenze relative alle caratteristiche farmacologiche delle molecole e delle necessità sanitarie dei pazienti.
In questi ultimi anni, infatti, si è osservato un aumento delle complessità relative alle diverse tipologie di pazienti, derivanti dall’aumento dell’età, dalla coesistenza di numerose comorbosità, dalla presenza di trattamenti farmacologici multipli. Si tratta di fattori che rendono i pazienti estremamente complessi, e le decisioni cliniche e terapeutiche devono necessariamente prendere in considerazione i numerosi aspetti e non solo la patologia.
All’incontro sono intervenuti esperti di rilievo come il dottor Adriano Murrone, direttore di Cardiologia Citta di Castello, il dottor Paolo Diego L’Angiocola,attualmente a Gorizia dopo un periodo formativo a Londra, e il direttore della centrale operativa 118 dottor Francesco Borgognoni. Il dottor Manuel Monti, responsabile facente funzione di Medicina all’ospedale di Assisi e vicepresidente nazionale Simedet, ha presentato nella sua relazione una ricerca che ha permesso la creazione di un calcolo del rischio ad hoc riguardo la tromboprofilassi: il TEVere score. Si tratta del primo score validato per i pazienti ricoverati in medicina d’urgenza ed in Pronto Soccorso che ha permesso, sin dal suo primo utilizzo, la riduzione dei pazienti risultati “falsi negativi” che non venivano trattati perché scambiati, per gli altri score, in pazienti che non necessitavano di tromboprofilassi.
“E’ ormai evidente che un moderno approccio riguardo la patologia troboembolitica – ha dichiarato il dottor Monti – necessita di una visione multidisciplinare che permetta di valutare la patologia nella sua completezza. Per questo motivo l’incontro di sabato è stato molto interessante avendo messo insieme i responsabili delle medicine interne della Usl Umbria 1 assieme ai medici d’urgenza e a tutti gli altri specialisti che partecipano alla gestione della malattia tromboembolitica. Inoltre, ha fornito l’occasione per presentare uno studio italiano che per la prima volta stratifica il rischio tromboembolitico nei pazienti ricoverati in medicina d’urgenza. Con l’introduzione di questo nuovo score, il TEVere score, anche i pazienti ricoverati nei reparti di medicina d’urgenza possono avere finalmente un’idonea stratificazione del rischio ed iniziare in tempi precoci la profilassi trombotica”.