Usl Umbria 1, effettuato all’ospedale di Città di Castello un prelievo multiorgano

All’ospedale di Città di Castello nella mattinata di oggi (sabato 22 maggio) è stato effettuato con successo un prelievo multiorgano su di un paziente di 46 anni, le cui condizioni cliniche erano tali da garantire il rispetto dei requisiti previsti dalla normativa vigente per la valutazione di un’eventuale donazione di organi e tessuti. E’ stato subito coinvolto ed attivato il Centro Regionale Trapianti e le complesse e delicate fasi valutative si sono concluse con il prelievo del fegato (da parte del Policlinico di Milano), di un rene (da un’equipe dell’Ospedale di Ancona) e delle cornee (effettuato dall’unità operativa di oculistica dell’ospedale di Città di Castello e che poi saranno inviate alla “Banca dei tessuti” della Regione Marche).

Nello svolgimento delle varie fasi, è stata necessaria un’azione coordinata e sinergica da parte di vari soggetti che – a livello nazionale, regionale e locale – hanno collaborato in maniera rapida ed efficace per favorire la buona riuscita delle operazioni.

Il prelievo è stato possibile perché nella giornata di ieri (venerdì 21 maggio) era stata segnalata alla direzione dell’ospedale tifernate la presenza del suddetto paziente. Immediatamente, come dettato dalla normativa, è stato attivato il previsto Collegio Medico e sono stati informati i familiari che hanno fornito il loro consenso a procedere.

La Direzione dell’ospedale intende esprimere innanzitutto sincere condoglianze ai familiari della paziente, congiuntamente ad un sentito ringraziamento per aver concesso il proprio assenso al prelievo, in un tale momento di dolore, permettendo così ad altre persone di poter continuare a sperare. Come detto anche da uno dei familiari della paziente che, citando il Corano (Sura 5 versetto 32, ndr), ha affermato che “chi salva la vita di una persona è come se avesse salvato tutta l’umanità”. Un particolare ringraziamento va anche alla comunità islamica, al Centro Regionale Trapianti ed al suo direttore, il dottor Atanassios Dovas, nonché a tutti gli operatori del Presidio Alto Tevere, afferenti a varie Unità Operative, che sono stati impegnati direttamente nella gestione del caso.