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Superati oramai gli obiettivi regionali fissati oltre un decennio fa con la legge del Burden sharing, oggi l’Umbria come e più del resto del Paese, soffre ancora lentezze burocratiche e scarsa accettazione. È quanto emerge dal II Forum Energia che si è tenuto a Perugia, presso il Cinema Méliès di via della Viola, occasione utile per l’associazione ambientalista a fare il punto sulla situazione regionale e a individuare quelle trasformazioni che producono cambiamenti positivi che affrontano la crisi climatica e sociale in cui viviamo.
Pochi impianti vengono realizzati e dal 2012 al 2020 il Gestore dei servizi energetici (GSE) ha certificato che i consumi finali lordi di energia da fonti rinnovabili, escluso il settore trasporti, sono aumentati solo dell’8,5%.
“Oggi l’Umbria deve rapidamente cambiare passo per raccogliere la sfida mondiale della transizione ecologica e rendere il più possibile indipendente e resiliente alla crisi energetica il nostro territorio – ha dichiarato il presidente di Legambiente Umbria Maurizio Zara – “C’è un consistente interesse nello sviluppo delle Comunità energetiche, ovvero soggetti giuridici che possono autoprodurre e scambiarsi energia liberamente e in maniera solidale. Le prime comunità sono già nate in Italia, alcune anche in Umbria, ma la speranza è che si ponga un termine all’attesa che dura da oltre un anno per l’emanazione degli ultimi decreti attuativi e che si permetta una diffusione estesa di questo strumento che porta con sé tanti possibili vantaggi per le comunità umbre”.
Come riportato anche nel rapporto Ecosistema Urbano Regionale di Legambiente, rimane stentata la diffusione degli impianti da fonte rinnovabili installati nelle città più grandi, dove il valore medio è di 1,2 kW/abitante, poco meglio il dato regionale complessivo che è di 1,35 kW/abitante, con regioni che già oggi hanno valori 4 o 8 volte superiori. “Gli obiettivi climatici europei ci indicano come nel nostro Paese, e auspicabilmente con il contributo di tutte le regioni compresa la nostra, serva arrivare al 2030 con almeno il doppio della potenza rinnovabile già installata” aggiunge il presidente Zara.
Molto va fatto anche per la riduzione dei consumi e per l’efficienza energetica con il 34% degli edifici certificati che risulta essere nelle classi F e G le peggiori e con le bollette più dispendiose per chi ci vive o lavora, spesso proprio persone per cui il costo dell’energia crescente li fa cadere nella cosiddetta povertà energetica.
La transizione ecologica ed energetica passa attraverso il coinvolgimento di tanti attori diversi: dalle amministrazioni a tutti i livelli, al terzo settore, dalle aziende che operano nel settore delle energie rinnovabili alla cittadinanza. Per poter mettere in atto una transizione energetica che sia giusta e inclusiva delle persone e dell’ambiente è necessaria una forte volontà politica e un’azione di sensibilizzazione e coinvolgimento di chi i territori li vive.
Sono queste le linee direttrici sulle quali si è svolto ieri, 23 giugno, il Forum Energia di Legambiente Umbria, giunto alla sua II Edizione. Un appuntamento per ragionare su come farsi trovare pronti di fronte alla sfida dei cambiamenti climatici e della necessaria transizione energetica che il conflitto in Ucraina ha reso ancor più urgente visto l’aumento vertiginoso dei costi dell’energia.
Sono intervenuti l’Ingegner Michele De Micheli del Comune di Perugia, Giacomo Prennushi, responsabile Marketing e Sviluppo della Cooperativa ÈNostra; Jacopo Cosso, responsabile della struttura Energy Efficiency Public Sector in A2A Calore & Servizi; Andrea Minutolo, Responsabile Scientifico Legambiente; Vittorio Cogliati Dezza del Forum Disuguaglianze e Diversità e referente di Legambiente ETS; Daniela Pimponi, di Legambiente Umbria; Valentino Filippetti, Sindaco Comune di Parrano.
Con loro si è parlato della situazione energetica attuale dei comuni umbri, della necessità di un cambio di passo sull’inserimento delle rinnovabili sia nel contesto urbano che in quello rurale e agricolo, degli aspetti tecnici e delle competenze necessarie alle amministrazioni che vogliono impegnarsi a promuovere l’efficienza energetica e della opportunità tanto attesa della costituzione di Comunità energetiche rinnovabili e solidali, utili strumenti anche per combattere la povertà energetica, nuova forma di disuguaglianza. E poi ancora l’importanza dei processi di partecipazione e di innovazione sociale che possono innescare un profondo cambiamento dei territori nell’ottica di una maggior giustizia ambientale, climatica e sociale.
Durante l’evento, nel chiostro di San Fiorenzo, erano esposte le mostre tematiche “Caldaie a Gas? Pezzi da museo” e la mostra “MaINN-Materiali innovativi e sostenibili”.
Mentre la prima mostra nasce nell’ambito dell’omonima campagna di informazione e advocacy promossa da Legambiente insieme a Kyoto Club dedicata a cittadine e cittadini, ma anche a progettisti, condomini e Amministratori nazionali, regionali e locali sull’importanza di decarbonizzare i sistemi di riscaldamento e raffrescamento, la seconda mostra, finanziata da ECF – European Climate Foundation e sviluppata sempre da Legambiente e Kyoto Club, ha come obiettivo principale quello di mettere in evidenza le soluzioni alle emissioni climalteranti provenienti dal settore edilizio con specifico riferimento a quello delle costruzioni, concentrandosi in particolare sul concetto di “carbonio incorporato”, ovvero le emissioni generate durante il ciclo di produzione e di costruzione dei materiali.
L’evento si inserisce nell’ambito del progetto “ONE STOP SHOP: le sostenibilità al centro”, di cui Legambiente Umbria è capofila, e nell’ambito del quale è stato attivato lo sportello energia al quale le famiglie possono rivolgersi per ricevere consulenze gratuite sui temi del risparmio e dell’efficientamento energetico.