Venerdì 29 giugno a Bari, in occasione del congresso nazionale SINC (Società Italiana di Neurofisiologia Clinica), il gruppo di studio SINC-Digital SIT (Società Italiana di Telemedicina) coordinato dal dottor Giuseppe Stipa (TR) e dalla dottoressa Silvia Lori (FI), ha presentato una bozza sulle linee di indirizzo nazionale sulla Telemedicina in Neurofisiologia, frutto di una sperimentazione iniziata dal dottor Stipa nel 2004 all’ospedale Careggi di Firenze e proseguita dal 2007 presso l’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni.
La bozza, che trova applicazione in ogni ambito della telemedicina, è stata supervisionata anche dal Centro Nazionale di Telemedicina guidato dal prof. Francesco Gabbrielli di Roma e rappresenta un passo importante per arrivare a superare le difficoltà oggettive di carattere normativo-amministrativo e tecnico che ostacolano la diffusione della cosiddetta Tele-neurofisiologia.
Oggi più che mai la telemedicina rappresenta un’opportunità di crescita unica per tutto il sistema sanitario pubblico che, con un investimento economico esiguo o addirittura a isorisorse, non soltanto potrebbe migliorare radicalmente la gestione delle patologie croniche e/o complesse che richiedono un monitoraggio in continuo, ma potrebbe garantire in tempo reale e h24 visite e consulti medici in remoto così come interventi a distanza su elettromedicali, che possono essere di fondamentale importanza nel percorso diagnostico-terapeutico, in particolare nelle cure di primo soccorso e in tutto l’ambito dell’emergenza-urgenza.
“Anche per il neurofisiologo – spiega il dottor Stipa, dirigente medico presso la struttura di Neurofisiologia di Terni diretta da Domenico Frondizi – la telemedicina rappresenta una svolta: consente di monitorare pazienti con stato di male epilettico in terapia intensiva, di controllare se si è staccato un elettrodo, di gestire a distanza una emergenza urgenza con teleconsulti in tempo reale su pazienti sottoposti in continuo a monitoraggio elettroencefalico, consulenze rapide in Pronto soccorso in casi difficili dove il neurologo può quindi richiedere una second opinion. Il sistema sperimentato, che si è servito di una connessione protetta e di un software per il collegamento in remoto, ha tanti vantaggi che possono essere estesi a numerosi altri ambiti della medicina, si pensi ai pazienti diabetici, pediatrici e anziani”.
La telemedicina, insomma, non rappresenta uno scenario avveniristico, ma una realtà già sperimentata su diversi ambiti sanitari che necessita ora di essere messa a sistema a livello nazionale, come sta accadendo in altri stati europei come Svezia e Francia.