Ospedale di Terni, è in buone condizioni Aurora, nata a 22 settimaneCC TERNI – Il dipartimento materno infantile dell’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni festeggia la fine del 2016 con un importante successo: la recente dimissione, a quattro mesi di vita, di una neonata estremamente prematura, al di fuori del range di età gestazionale considerata dalla letteratura con possibilità di sopravvivenza.
La piccola, che si chiama Aurora, è nata lo scorso agosto ad una età gestazionale di sole 22 settimane e due giorni con un peso di circa 498 grammi, che è calato dopo pochi giorni fino a 370 grammi, ed è stata dimessa nei giorni scorsi con un peso di 2.260 grammi e in buone condizioni generali. Per l’assistenza e il successo terapeutico di un caso limite come questo sono state messe in campo le nuove metodiche ad alto livello tecnologico di cui è stato dotato il reparto di Terapia Intensiva Neonatale di Terni.
“La piccola è stata dimessa in buone condizioni generali e senza segni apparenti né complicanze maggiori, – dice Giampaolo Passalacqua, direttore del dipartimento Materno infantile e della struttura di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Terni – in particolare in assenza di danni cerebrali, in respiro spontaneo e senza supporto di ossigeno. Si alimenta bene al biberon e cresce regolarmente. A livello oculare la bambina presenta una retinopatia del prematuro di basso grado, con possibilità di reversibilità spontanea, che non richiede ulteriore trattamento. Sarà presa in carico dal servizio di follow-up neonatologico della struttura e seguita per la valutazione del suo sviluppo complessivo per un lungo periodo”.
“Per la prima volta all’ospedale di Terni è stato possibile raggiungere un successo così importante, rarissimo nel mondo – sottolinea il direttore generale Maurizio Dal Maso – che testimonia la grande crescita della qualità operativa dell’assistenza in terapia intensiva neonatale che ogni anno tratta circa 30 neonati di peso inferiore ai 1500 grammi ed è uno dei due centri regionali di riferimento della regione Umbria. Tale risultato è stato possibile grazie allo straordinario impegno e all’alta specializzazione del personale dedicato alla Terapia intensiva neonatale (TIN) e alla presenza continua 24 ore su 24 del neonatologo”.
Secondo un recente lavoro americano (J. Anderson 2016) riportato dalla letteratura internazionale nella popolazione nata a 22 settimane sopravvive ad un anno solo il 6 % e di questi senza esiti maggiori (principalmente rappresentati da emorragie endocraniche) solo una piccolissima percentuale. Nel lavoro citato su un totale 450 neonati nati a 22 settimane di età gestazionale, solo 29 neonati sono sopravvissuti (6,4%) e solo 4 (1,3%) non presentavano complicanze maggiori alla dimissione.
“L’aumentata sopravvivenza per i neonati di peso ed età gestazionale più bassi – spiega Francesco Crescenzi, direttore della struttura di Pediatria Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale di Terni – è legata a molti fattori tra i quali il miglioramento delle cure e la disponibilità di nuove tecnologie. Dagli anni ’90 l’introduzione della profilassi steroidea e della terapia con surfactante che ha radicalmente migliorato la prognosi dei neonati di peso molto basso. Naturalmente il progressivo abbassamento del limite di sopravvivenza ha posto una serie di dilemmi etici, quali i limiti della rianimazione e delle cure intensive; basti pensare che molti Paesi nel mondo non consentono la rianimazione al di sotto delle 24 settimane”.
I DATI. Nel mondo la percentuale di nati di peso inferiore ai 2500 grammi oscilla tra il 4% e l’8% e quella dei nati di peso inferiore a 1500 grammi e di età gestazionale sotto le 32 settimane tra lo 0,7% e l’1,4%. In Italia secondo il rapporto del Ministero della Salute sui certificati di assistenza al parto (CeDAP) pubblicato nel 2011, nel 2008 su un totale di 569.224 nati sono stati sottoposti a valutazione 511.152 nati (l’89,8%); 3.235 (lo 0,63%) erano nati di peso uguale o inferiore a 1500 grammi ma solo 41 avevano una età gestazionale di 22 settimane ed un peso inferiore 501 grammi; di questi una parte è deceduta in sala parto (circa 13) e una parte è deceduta nelle prime dodici ore di ricovero nelle Terapie Intensive. Le percentuali di sopravvivenza nei nati a 23-24 settimane di età gestazionale invece oscillano tra l’8 e il 25%. Tra i sopravvissuti dei nati a 23-24 settimane, la disabilità grave interessa circa il 25 % dei soggetti, quella di grado medio un altro 25 % e quella lieve il 30-35%.