Il direttore generale della USL Umbria 1 Giuseppe Legato fornisce chiarimenti in merito alle notizie diffuse a mezzo stampa sui presunti “800 euro” sottratti dalle indennità di risultato dei dirigenti medici della ex Asl 2.
Si precisa innanzitutto che la “retribuzione di risultato” che ogni anno tra i mesi di ottobre e novembre viene distribuita alla dirigenza, compresa quella medica, non è mai fissa e ricorrente e non può essere considerata un diritto acquisito rispetto al suo ammontare. L’importo annualmente attribuito ai professionisti dipende infatti da alcune variabili legate alla consistenza storica dello specifico fondo contrattuale e degli avanzi di altri fondi che in esso di anno in anno confluiscono in modo variabile (un esempio per tutti, il fondo degli straordinari), e soprattutto dai risultati raggiunti e dalla valutazione conseguita da ciascun dirigente, sulla base di un sistema unico di valutazione del personale, come previsto dalle direttive regionali e approvato dalle organizzazioni sindacali.
“Non abbiamo applicato né spending review né riduzioni del costo del lavoro – sottolinea Giuseppe Legato – Nel rispetto delle normativa vigente, a tutti i dipendenti dell’Azienda, come ogni anno, sono state distribuite le risorse che il contratto nazionale mette a disposizione, in modo equo rispetto al fondo contrattuale che è unico per tutta l’Azienda, come sono unici i criteri di attribuzione delle quote di incentivazione per tutti i dipendenti dell’azienda stessa”.
“Preciso inoltre – aggiunge il direttore generale – che l’accordo per i criteri di distribuzione della retribuzione di risultato nell’anno 2015 (riferita all’anno 2014) è stato sottoscritto da tutti i rappresentanti delle sigle sindacali presenti (per la CGIL dalla segretaria FP CGIL Vanda Scarpelli), che peraltro hanno sempre avanzato la richiesta di eliminare la sperequazione delle posizioni tra i dirigenti delle due ex aziende Asl1 e Asl2”.
L’unificazione dei fondi contrattuali non è una scelta discrezionale per l’Azienda, ma uno degli adempimenti espressamente previsti dalle disposizioni normative regionali che hanno disposto l’unificazione delle aziende sanitarie. Né sarebbe stato possibile fare altrimenti senza determinare arbitrarie disparità di trattamento tra i dipendenti di una medesima Azienda. I fondi disponibili sono costituiti sulla base delle disposizioni contrattuali nazionali e non possono trovare incremento in altre voci del bilancio aziendale. Un tale illegittimo incremento, oltre a configurarsi come evidente danno erariale, nei fatti si risolverebbe in una sottrazione di risorse destinate ai servizi sanitari resi ai cittadini.
La direzione generale sottolinea, infine, che i medici e i veterinari, nonostante i presunti “penalizzanti” importi della retribuzione di risultato, non hanno subito alcun taglio ai propri stipendi, come dimostra l’incremento di 2.434 euro della retribuzione media complessivamente percepita nell’anno 2015 (euro 80.971)rispetto a quella del 2014 (euro 78.537).
“Altra cosa – conclude Giuseppe Legato – è la questione sollevata in merito alla chiusura di alcune strutture semplici, che merita comunque una precisazione: infatti, mentre la copertura delle Strutture Complesse è fatta con autorizzazione regionale, la riduzione delle Strutture Semplici è attuata sulla base delle disposizioni del Patto per la Salute. Si tratta di un problema regionale. Se non fossero state ridotte le strutture semplici, la Regione Umbria sarebbe stata dichiarata inadempiente al tavolo degli adempimenti LEA”.