Terni, 22 novembre 2018 – Anche quest’anno, in occasione della giornata nazionale dedicata al Parkinson, che si celebra sabato 24 novembre, la struttura di Neurologia dell’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni ha organizzato un incontro informativo aperto a pazienti, familiari e a chiunque sia interessato ad avere informazioni sudiagnosi clinica e genetica della malattia, aspetti neuropsicologici e sociali e le terapie che possono aiutare a contrastarne i sintomi, anche alla luce dei nuovi farmaci in sperimentazione. L’appuntamento è dalle ore 10 alle 12 nell’aula B del centro di formazione dell’ospedale.
Durante l’incontro il direttore della struttura di Neurologia Carlo Colosimo e altri medici specialisti affronteranno sotto diversi aspetti la malattia di Parkinson, il disordine neurodegenerativo progressivo più diffuso nel mondo, dopo l’Alzheimer, che in Italia colpisce circa il 2 per cento della popolazione dopo i 70 anni, con un tasso di incidenza in significativo aumento con il crescere dell’età. In Umbria si stimano circa 4.000 persone colpite da Parkinson, con un’età di esordio molto variabile che va dai 40 anni fino all’età avanzata.
Il sintomo principale della malattia di Parkinson è costituito da un’alterazione del movimento volontario e automatico che, oltre ad essere più lento e difficile, è spesso associato a rigidità e al tremore che è la caratteristica più evidente e nota della malattia. Le cause di sofferenza riguardano non soltanto la ridotta mobilità e le cadute, ma anche disturbi del sonno, perdita di volume ed espressività della voce, disturbi dell’affettività e delle emozioni e difficoltà relazionali che spesso sconfinano nell’isolamento, con una consapevolezza dei cambiamenti quasi sempre lucida e fonte di sofferenza interiore.
La Neurologia dell’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni è uno dei centri nel mondo (sono solo una quindicina in tutta Europa) in cui sono in corso trial clinici per testare l’efficacia degli anticorpi anti alfa-sinucleina su pazienti parkinsoniani in fase precocissima di malattia, i cui risultati in questa prima fase già appaiono promettenti. Già lo scorso aprile il dottor Colosimo prospettava la possibilità, entro i prossimi due anni, di avere i primi dati di efficacia e tollerabilità di queste sperimentazioni, che poterebbero veramente aprire un capitolo del tutto nuovo della terapia del Parkinson e di altre malattie neurologiche correlate.