Le mummie di Ferentillo

25 agosto 2022 – Luigi Campi – Chi l’ha detto che l’Egitto ha l’esclusiva delle mummie?

Ad esempio le troviamo anche in Umbria, a Ferentillo, un piccolo comune incassato tra le montagne della Valnerina, risalgono a circa quattro secoli fa ed è possibile vederle nella cripta della chiesa di Santo Stefano.

Ferentillo è un piccolo borgo, ma con una storia importante. Quando nel 740 arrivò il re dei Longobardi Liutprando, trovò il territorio completamente disabitato e infestato da malsane paludi. Armati di coraggio e pazienza bonificò la zona e vi fondò un borgo. In ricordo di Ferento, il paese vicino Viterbo dal quale provenivano, i Longobardi lo chiamarono Ferentillo, in latino “Ferentum illi” cioè “quelli di Ferento”.

Qui vissero famiglie importanti imparentate con i Medici, i Malaspina e i Cybo, che lasciarono impronte della loro presenza nelle roccaforti, nei palazzi e nelle chiese.

Ma veniamo alle mummie. Dal XVI al XIX secolo la cripta della chiesa di Santo Stefano fu il cimitero del piccolo borgo. Qui venivano sepolti i defunti e, sull’ingresso della cripta si poteva leggere un ammonimento, ora conservato all’interno:

“Oggi a me domani a te. Io fui quel che tu sei, tu sarai quel che io sono. Pensa mortal che il tuo fine è questo e pensa pur che ciò sarà ben presto”.

Quando Napoleone proibì le sepolture all’interno delle mura cittadine, nel riesumare le salme per ricollocarle nei nuovi cimiteri, si scoprì che la maggior parte dei corpi che erano stati inumati nella cripta, si erano perfettamente mummificati. Corpi di uomini, donne e bambini ancora muniti degli abiti con cui erano stati sepolti, alcuni ancora con denti, barba e capelli.

Sembra che la causa sia il particolare tipo di terra, ricca di minerali, sotto la quale erano stati sepolti, unita alla particolare ventilazione e all’attività di particolari microrganismi che, nutrendosi dei tessuti molli dei cadaveri fecero sì che la pelle si essiccasse velocemente. Alcune mummie, di statura superiore alla media, furono trovate con indosso abiti di foggia orientale e la loro presenza a Ferentillo ha fatto suppore che si trattasse di un gruppo di pellegrini di passaggio, provenienti da qualche paese dell’Oriente, deceduti improvvisamente in seguito ad una qualche epidemia.