A Nocera Umbra è l’ora dei cortei storici. Dopo la tradizionale serata inaugurale del lunedì sera (con la partecipazione di Michele Mirabella), si entra nel vivo della singolare sfida tra rossoverdi e gialloblu che trasformerà le vie del centro storico. Il quartiere medievale di Borgo San Martino dà il via alle sfilate in costume martedì alle ore 21, seguito la sera successiva dal quartiere di Porta Santa Croce e le sue atmosfere di inizio Novecento. Si tratta della prima gara che determinerà, insieme alle animazioni teatrali e alla cucina d’epoca, la vittoria del Premio Speciale 2010. Intanto, il libro fotografico “Palio dei Quartieri. 1989-2009, 20 anni di storia” è già in vendita nella Pinacoteca civica di San Francesco, all’Info point e nelle edicole della città.
Martedì 3 agosto alle 21 tocca al Quartiere di Borgo San Martino (1350-1450) dare il via alla sfida, portando per le strade i costumi medievali che introducono il contesto di un avvenimento legato al calendario liturgico dell’anno 1400. Il presidente Giuseppe Biagioni non svela i particolari, ma di sicuro non mancheranno sorprese ed emozioni.
La sera del 4 agosto a sfilare in piazza in rappresentanza del primo decennio del ‘900 sarà il Quartiere Porta Santa Croce (1820-1920). Il corteo sarà incentrato sui grandi personaggi che hanno soggiornato a Nocera all’alba del secolo scorso e farà riferimento alla tradizione della civiltà contadina nocerina. In scena la vita della gente semplice, senza orari o turni di lavoro da rispettare, che scandiva il suo ritmo, dall’alba al tramonto, nel martellare del fabbro, nello stridio della sega del falegname, nei richiami del contadino che improvvisi rompevano il silenzio della campagna. Il quartiere fa rivivere gli anni caratterizzati dall’arretratezza delle classi popolari e contadine, dalla concentrazione delle proprietà in pochi padroni, dall’analfabetismo e dall’emergenza di istruzione e assistenza per la gran parte della popolazione locale. Accompagnati da bandiere e tamburi, sfileranno i contradaioli, il sindaco, il medico, il farmacista, il veterinario, il maresciallo dei carabinieri e anche i “birbissani”, quei contadini che, per volere del Vescovo, dovevano lasciare la città al calar del sole.
Ogni anno i contradaioli si impegnano per riportare alla luce un avvenimento particolare che abbia contraddistinto le due epoche di riferimento, vicende tra leggenda e realtà che la storia ha ormai consegnato alla memoria. Il passaggio della sfilata è particolarmente emozionante non soltanto per il pubblico presente, ma per tutti i contradaioli poiché è la conclusione di un anno di lavoro sulla ricerca storica, sulla realizzazione dei costumi, sul confezionamento di centinaia di manufatti ad alto impatto scenografico che sono il frutto di un accurato lavoro di ricostruzione dei bozzetti dei vestiti che si usavano un tempo.