Già preso come modello da altri presidi ospedalieri italiani e progressivamente potenziato fino a garantire la presa in carico della disabilità complessa cognitivo relazionale e neuromotoria, il CAD – Centro Accoglienza Disabilità dell’ospedale di Terni, a soli quattro mesi dalla sua attivazione, è entrato nella rete nazionale DAMA (Disabled Advanced Medical Assistance) diventando centro di riferimento per l’Umbria e per il sud Italia.
Il progetto DAMA (Disabled Advanced Medical Assistance) è nato nel 2000 all’ospedale San Paolo di Milano per accogliere le istanze di famiglie di persone disabili che avvertivano la quotidiana difficoltà di muoversi nell’ambito di un ospedale. Attualmente questo modello assistenziale, che si adatta ai bisogni speciali delle persone con disabilità complesse di tipo anche intellettivo, è stato implementato oltre che a Milano negli ospedali di Varese,Bolzano, Mantova, Rhodense, Bologna, Empoli, e inoltre all’ospedale di Terni, ultimo avamposto per il centro e sud Italia fino a Cosenza.
“In presenza di disabilità complesse che compromettono non soltanto, o non necessariamente, l’autonomia motoria ma in particolare la comunicazione e le capacità cognitivo-relazionali, come nel caso delle persone autistiche, – spiega il direttore generale Maurizio Dal Maso – anche l’esecuzione di prestazioni diagnostiche e terapeutiche relativamente semplici può risultare molto difficile e gravosa per i pazienti e i familiari. La funzione del CAD, che opera con una centrale operativa telefonica, una postazione di accoglienza all’ingresso e ora anche con una equipe dedicata, è proprio quella di facilitare l’accesso alle prestazioni sanitarie ospedaliere programmate e in urgenza”.
Il CAD quindi, sia nel percorso programmato sia in quello dell’emergenza-urgenza, prende in carico la persona con disabilità su più livelli di assistenza dedicati. Innanzitutto offre un riferimento telefonico con il numero verde aziendale 800.50.50.83 (attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 13.30) che, tramite una operatrice dedicata, accoglie le richieste, programma il giorno e l’orario migliore per l’assistito, raggruppando in un’unica data anche più visite, esami o terapie e garantendo, se necessario, supporti come sedie a rotelle accompagnatore e device, e attiva l’equipe multidisciplinare in base al bisogno espresso. Inoltre garantisce un punto di accoglienza in modo che, una volta arrivata in ospedale, la persona può recarsi alla postazione del CAD per essere orientata e assistita nel percorso.
Per garantire la presa in carico di persone con disabilità complessa ed entrare nella rete nazionale DAMA, il modello organizzativo implementato all’ospedale di Terni si è recentemente dotato, dopo uno specifico percorso formativo effettuato in Toscana, di una equipe multidisciplinare dedicatache può essere attivata nell’iter diagnostico terapeutico in base ai bisogni espressi e che settimanalmente si riunisce per analizzare le richieste e predisporre eventuali incontri con pazienti, familiari e altri caregiver, al fine di garantire nel migliore dei modi monitoraggio e consulenze neurologiche, prevenzione o cura delle infezioni, anestesia o sedazione (per esempio in caso di esami fastidiosi, lunghi o invasivi), ricoveri brevi e altri interventi assistenziali adattati alle esigenze di pazienti con bisogni speciali. L’equipe di riferimento per la disabilità complessa è attualmente composta da Stefano Cappanera, dirigente medico della clinica di malattie infettive, Massimo Rizzo della direzione medica di presidio, Domenico Frondizi, responsabile della struttura di neurofisiopatologia, Rita Commissari, responsabile di anestesia e rianimazione, Marsilio Francucci, responsabile del Day surgery, due infermiere dedicate, Donatella Perugini e Lorella Angeli, e Agnese Barsacchi, la responsabile delle professioni sanitarie (Sitro) che lo scorso febbraio ha istituito il CAD su mandato del direttore generale Maurizio Dal Maso.
Rientra nel modello di presa in carico della disabilità anche il percorso per l’accesso alle prestazioni in urgenza, dove la procedura garantisce una linea preferenziale al Pronto Soccorso con presenza costante di un accompagnatore e priorità di accesso alla visita, a parità di codice colore assegnato dal triage (salvo codice rosso), con iter agevolato dal Pronto soccorso all’O.B.I. (osservazione breve intensiva) fino all’eventuale ricovero.