Perugia, 26 dicembre 2019 – Le indagini per la sicurezza dei cittadini passano anche per l’acqua potabile dei rubinetti. Ed è per questo che il dipartimento di prevenzione della Usl Umbria 1 e Umbra Acque stanno siglando un protocollo d’intesa per avviare, dall’inizio del mese di gennaio, una serie di indagini a campione sulle condutture dell’acquedotto regionale alla ricerca di fibre di amianto. Un’indagine che potrà dare una risposta concreta anche a quei cittadini che avevano manifestato alcune preoccupazioni rispetto al fatto che la maggior parte delle tubature è stata realizzata con fibre di cemento amianto e con il tempo e l’usura potrebbero rilasciare questo tipo di sostanza altamente cancerogena. Il lavoro di campionatura riguarderà un totale di circa 350 chilometri di condotta.
“Al di là dell’assenza di notizie scientifiche sulla correlazione diretta tra condotte idriche in cemento e danni alla salute dei consumatori, da parte del dipartimento di prevenzione della Usl Umbria 1 – spiega il responsabile Giorgio Miscetti – si è sentita l’esigenza di approfondire il tema attraverso una indagine conoscitiva specificamente volta alla ricerca di fibre di amianto nelle acque della rete potabile del territorio. Ne è nato un progetto che vede coinvolta anche Umbra Acque, ente gestore della rete idrica locale e che, anche grazie alla disponibilità presso il laboratorio di igiene industriale della Usl Umbria 1 della sofisticata tecnologia (SEM) necessaria ad effettuare analisi del genere, vedrà monitorati per circa due anni 50 punti della rete di distribuzione dell’acqua potabile in diverse aree territoriali”.
In base al protocollo d’intesa, è prevista la mappatura completa delle condotte idriche indicando sia la lunghezza sia il volume complessivo dell’acqua che vi transita ogni giorno. In più è previsto anche un lavoro sull’aggressività delle acque per individuare come potrebbe avvenire il rilascio di fibre. I risultati a stilare un piano di lavoro per sostituire le condotte in cemento amianto. Il monitoraggio interesserà quasi tutto il territorio di competenza della Usl Umbria 1 con campionamenti che vanno da San Giustino fino a Todi, passando per Perugia, Corciano, Deruta, tutti i comuni del Trasimeno, Gubbio, Gualdo Tadino e Scheggia e Città di Castello, per un totale di 50 punti prelievo.