A Costanza Laliscia la Medaglia d’argento al valore atletico del CONI

Italy's Costanza Laliscia on Sacha El Kandhaar

Il Covid non ferma la campionessa europea di Endurance

L’onoreficenza del Coni è arrivata a dicembre, al termine di un anno difficile in cui però la giovane plurititolata perugina ha continuato ad allenarsi, vincere gare e insegnare, in attesa dei Campionati del Mondo a maggio 2021

Perugia, 22 dicembre 2020 – L’endurance, uno degli sport a cavallo più duri al mondo, nell’anno della pandemia ha sofferto meno di tanti altri sport, perché si pratica in vasti spazi all’aperto a contatto solo con il proprio cavallo. E’ così che anche nel 2020 la giovane pluricampionessa di endurance Costanza Laliscia ha potuto continuare ad allenarsi, gareggiare con successo ed insegnare, in attesa dei Campionati del Mondo 2021 che si svolgeranno il prossimo 22 maggio a Pisa. Intanto, come riconoscimento dei risultati agonistici ottenuti, Costanza ha ricevuto dal CONI anche la Medaglia d’Argento al Valore Atletico.

Costanza ha cominciato a collezionare vittorie a 16 anni e oggi che di anni ne ha 21 ha al suo attivo un palmarès davvero raro: Campionessa Europea di Endurance 2019, Ambasciatrice Internazionale dell’Endurance in carica, sette volte Campionessa Italiana, vincitrice di numerose gare internazionali e per due volte del massimo titolo mondiale per i ranghi giovanili, il FEI Young Riders World Endurance Ranking (2016 e 2019).

Nel cuore di questa giovane atleta, che per talento e determinazione è riuscita in pochi anni a distinguersi nello cosiddetto “sport degli sceicchi”, battono l’amore e il rispetto per i cavalli e per la natura e la passione per l’insegnamento. Oggi infatti, quando non si allena e non studia, è anche una coach. In Umbria, lungo i percorsi verdi dell’Italia Endurance Stables & Academy, Costanza cerca di trasmettere i valori dell’endurance – fairplay, amore e attenzione al benessere del cavallo, rispetto della natura – attraverso l’insegnamento individuale, attività che è proseguita anche nel 2020, perché consente di mantenere il distanziamento tra allievo e coach. Il modello one to one e il contatto diretto con la natura favoriscono un rapporto empatico con il cavallo che diventa anche “cura”, una terapia efficace contro la depressione o quel senso di solitudine da cui molti si sentono sopraffatti nel difficile periodo che stiamo vivendo.