Il direttore del presidio ospedaliero della Media Valle del Tevere interviene sulla questione del presunto volantino scritto ed attaccato “in cappella” da un chirurgo dell’ospedale in risposta a volantini omofobi e anti legge 194/78 attaccati dal cappellano.
“Si continua a parlare di questo presunto volantino, di cui tuttavia nessuno ha mai fornito alcuna immagine, – sottolinea Luigi Sicilia, responsabile del presidio ospedaliero di Pantalla – cercando di coinvolgere in tale disputa i vertici aziendali e addirittura regionali. Ritengo sia opportuno precisare che, nel rispetto delle convinzioni e delle libertà di pensiero e anche al fine di evitare che l’ospedale diventi luogo di tenzone ideologica, il cappellano è stato invitato a suo tempo a non coprire con cartelli il vetro della porta di ingresso della cappella, che peraltro è un’opera artistica realizzata dagli ospiti del Centro Diurno San Costanzo. E’ stata invece autorizzata una bacheca che contenesse, come per tutti i servizi dell’ospedale, comunicazioni strettamente legati al culto religioso in termini di orari ed altre informazioni operative”.
“Premesso che l’ospedale è un bene comune e come tale appartiene a tutti, in un’ottica di servizio che discende da specifici mandati legislativi – prosegue il dottor Sicilia – ci è sembrato inopportuno che il cappellano, in qualità di dipendente della pubblica amministrazione e nell’esercizio delle proprie funzioni, contraddicesse e pubblicasse, al di fuori dello specifico luogo di culto, posizioni sia contro una legge in essere (Legge 194/78) sia contro leggi in discussione (legge contro l’omofobia e contro l’adozione da parte di coppie omosessuali). In generale colui che esercita un’attività di pubblico interesse non dovrebbe utilizzare il proprio ruolo né per contraddire una legge dello stato (è il caso del cappellano) né per prevaricare al di fuori di legge e regolamenti (è il caso del medico) i gesti, seppure ritenuti inconsulti, di pochi soggetti”.
Tralasciando i tentativi di prevaricazione ideologica da parte di una fazione rispetto all’altra, la direzione aziendale invita tutti a ricordare che l’ospedale non può essere il luogo di un contenzioso ideologico e neppure politico se l’oggetto è diverso dal suo mandato legato a prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione delle malattie, counseling e promozione della salute.
Lo ribadisce anche il direttore generale della USL Umbria 1 Giuseppe Legato: “L’ospedale è una struttura dedicata alla cura delle persone e aperta a tutti nel rispetto della dignità dell’essere umano, senza distinzione di sesso, razza, ideologia politica o religiosa; noi ci auguriamo che non venga più utilizzato per veicolare propagande ideologiche di qualsiasi natura”.