14 febbraio 2023 (Luigi Campi) Postignano, nel comune di Sellano, nasce nel IX secolo come castello di controllo. Una nascita spontanea, partita “dal basso” si direbbe oggi, in quanto a costruirlo furono le famiglie contadine ed artigiane, che da quelle parti esercitavano le loro attività. Quindi né Signori, né Vescovi, né Papi ne furono proprietari. Gli abitanti pensarono bene di difendersi creando un castrum con funzione di controllo.
Nel XV secolo, grazie all’agricoltura, il borgo era sufficiente a sé stesso, e nel settore dell’artigianato era divenuto un centro nevralgico per la lavorazione e il relativo commercio del ferro e della canapa in tutta l’Umbria. Postignano visse in tranquillità per secoli, vivendo del proprio lavoro.
Era inevitabile però, che risvegliasse le brame dei Signori della zona, soprattutto di Spoleto e Foligno, che se la contesero. Il borgo seppe mantenersi neutrale, finché nel 1429 fornì a Spoleto uomini e mezzi per la guerra contro i Ghibellini, manifestando apertamente le sue simpatie. Da documenti del 1611 risulta che, in quella data, vi erano 235 abitanti, ma nel 1713 erano già ridotti a 139, a causa di un disastroso terremoto.
I primi anni del 1900 videro una massiccia migrazione dei suoi abitanti, soprattutto verso gli Stati Uniti. Le condizioni del paese, con tante case ormai vuote, cominciarono a peggiorare tanto che negli anni ’60 era ormai quasi completamente abbandonato. Il colpo di grazia gli fu dato da una frana. Il sindaco di Sellano ordinò l’evacuazione ed il paese rimase abbandonato per anni.
Nel 1993 fu scoperto da due architetti campani, Gennaro Matacena e Matteo Scaramella, che lo acquistarono con il preciso scopo di restaurarlo e farlo rivivere. L’antico borgo, rimesso a nuovo, vive una vita nuova, con ristoranti, botteghe, musei. Le case sono state tutte riconvertite in suite, camere o appartamenti per turisti che vengono da ogni parte del mondo. C’è perfino un’accademia di cucina.