01 ottobre 2022 – Luigi Campi – Ci sono tanti buoni motivi per visitare Narni, in provincia di Terni, la città che sembra abbia dato il nome alla famosa serie fantasy de “Le cronache di Narnia”.
Nella sua lunga vita Narni ne ha viste di tutti colori, dalle lotte fra papato e impero al sacco dei Lanzichenecchi, dalla peste ai contrasti con Terni e alla costituzione del Tribunale del Sant’Uffizio nella metà del Seicento.
Narni Sotterranea è un insieme di ipogei, scoperti del tutto casualmente, verso la fine del 1970, da un gruppo di giovani curiosi e intraprendenti, che avevano creato una associazione speleologica. Per provare una corda comperata con le 50.000 lire donate all’associazione dalla locale Cassa di Risparmio, si calarono lungo il muro di sostegno dei giardini pubblici, alto una quindicina di metri. La discesa andò bene ma l’arrivo, su un campo d’insalata di un vecchietto ottantenne, suscitò le sue ire.
Ricevuti rimbrotti da una parte e le dovute scuse dall’altra, i ragazzi spiegarono che erano speleologi. L’atteggiamento del vecchietto mutò, da adirato a curioso. Adiacente al suo orto c’erano i ruderi di un vecchio convento domenicano e lì, tra quei ruderi egli aveva trovato una fenditura, dietro la quale, secondo lui, poteva nascondersi un tesoro.
Era il maggio del 1979, giorno che segnò l’inizio della storia di quella che sarebbe diventata anni dopo la Narni sotterranea.
Nella loro prima discesa lungo il pertugio indicato dall’ortolano, i sei ragazzi sbucarono in una sala che, successive ricerche hanno accertato appartenere ad una chiesa del XII/XIII secolo, affrescata e poi, dietro a una porta murata, due ambienti uno grande e uno piccolo, le cui pareti erano ricoperte di strani simboli graffiti tra cui un nome e una data: Giuseppe Andrea Lombardini 4 dicembre 1759. Chi era costui?
Era un prigioniero che soggiornò nella stanzetta, che era una cella, per 90 giorni tra il 1759 e il 1760. E non era una cella qualsiasi, ma la cella del Tribunale del Sant’Uffizio dove venivano rinchiusi gli accusati di eresia, stregoneria o sacrilegio. E la sala grande era la Sala dei tormenti, dove i prigionieri venivano torturati, spesso fino alla morte, per ottenere confessioni o ritrattazioni.
Nel 1994 vennero ultimati i lavori di scavo e ripulitura dei resti e il sito vide la luce con il nome di Narni Sotterranea, oggi visitabile.