15 dicembre 2023 – Luigi Campi – Nel centro storico di Foligno c’è un bel parco storico chiamato “il Parco dei canapè” la cui storia, a partire dal medioevo, racconta molto più di quello che sembra.
Viene da chiedersi che c’entra Foligno con Rugantino? Rugantino è una maschera del teatro romanesco, bullo, svelto di mano e di parola, poco portato per il lavoro. Rugantino significa “arrogantello” e brontolone, ma in fondo buono d’animo. È anche il titolo di una fortunata commedia musicale di Garinei e Giovannini che dal 1962 è in cartellone a Roma, quella di “Roma nun fa la stupida stasera”, tanto per capirci.
Uno dei personaggi è mastro Titta, boia papale, figura realmente esistita. Si dice che abbia spiccato oltre seicento teste nel corso della sua lunga e inquietante carriera.
Bene, se ci chiediamo dove ebbe inizio questa carriera, dobbiamo andare a Foligno dove, a ridosso delle mura castellane tra Porta Romana e Porta Todi, si trovava e si trova un grande giardino pubblico, il Parco dei Canapè. Lì un mastro Titta diciassettenne diede la prima prova di sé giustiziando un folignate, Nicola Gentilucci, che per gelosia aveva ucciso un prete e il suo cocchiere.
Secoli prima di mastro Titta, nel XIII secolo, quel luogo veniva chiamata campo Francalancia dal nome del proprietario, ed era molto più in basso del livello attuale. Su questo campo, tradizione vuole che un tempo si effettuassero i duelli stabiliti dalla legge longobarda, ma c’è anche chi dice che vi fosse un cimitero ebraico.
Il livello si rialzò nei secoli successivi, in modo simile a quanto avvenne a Roma nel quartiere di Testaccio, quando divenne una discarica per le demolizioni delle vecchie case romane e medioevali.
Nel 1776 con il restauro delle mura castellane l’area venne trasformata in giardini, con un viale a otto e, a ridosso delle mura, 80 bei sedili in muratura che, con un preziosismo francese allora in voga, diedero il nome al parco che divenne così dei Canapè.