La necessità di una “nuova stagione del lavoro e dei diritti” non può più essere una sola priorità sindacale, ma un’urgenza collettiva
Una corretta analisi del contesto di lavoro, il praticare la prevenzione di prossimità, attraverso in primo luogo l’esercizio del ruolo della rappresentanza, una formazione continua e adeguata, non possono più essere annoverate tra le conquiste, ma tra i diritti che devono essere garantiti per tutti
La prevenzione non è questione riconducibile al solo, seppure prioritario, contrasto degli eventi infortunistici mortali e gravi: sono ancora molti i lavoratori che non denunciano per paura di perdere il posto di lavoro, mentre ritmi e carichi di lavoro vengono sempre più determinati da algoritmi intelligenti che determinano gravi discriminazioni
Roma, 30 aprile 2023 – La festa del Primo Maggio passa anche per la salute e la sicurezza sul lavoro quali diritti fondamentali e imprescindibili dei lavoratori e punto cardine del concetto di un lavoro più dignitoso, equo e sostenibile. Alla vigilia di questa festa celebrata in tutto il mondo, e all’indomani della giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro istituita dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), gli organizzatori del Safety Expo, la fiera di riferimento in Italia sui temi di salute e sicurezza sul lavoro e prevenzione incendi, hanno intervistato Cinzia Frascheri, responsabile nazionale Salute e Sicurezza sul Lavoro Cisl, che parteciperà alla manifestazione in programma il 20 e 21 settembre prossimi a Bergamo Fiera.
Nel giorno in cui ricorre la festa dei lavoratori, come si stanno muovendo le principali sigle sindacali, qual è la sua riflessione sul tema salute e sicurezza sul lavoro?
Nel documento che raccoglie le principali richieste unitarie avanzate da CGIL, CISL e UIL nei confronti del Governo e del Sistema delle Imprese, che verranno esplicitate attraverso la mobilitazione che si svolgerà nei diversi appuntamenti programmati, abbiamo ritenuto fondamentale evidenziare l’urgenza di ridare valore al lavoro e, sulla base di questo, alla tutela della salute e sicurezza. Non è certo un ordine di priorità, ma indubbiamente sempre più il tema della prevenzione non è riconducibile al solo (pur indubbiamente prioritario) contrasto agli eventi infortunistici mortali e gravi e alle malattie professionali, ma attiene alla più ampia questione del rapporto e delle condizioni di lavoro. Quando il lavoro non è più dignitoso, venendo meno ogni garanzia di rispetto delle regole minime contrattuali, della salvaguardia dei diritti fondamentali, ad essere a rischio è la persona e, con questa, l’intera nostra società. Se dobbiamo considerare che ad oggi sono molti i lavoratori e le lavoratici che non possono permettersi di denunciare i danni subiti per ragioni lavorative, per paura di rischiare il proprio posto di lavoro, se i ritmi e i carichi di lavoro vengono sempre più determinati da algoritmi intelligenti che operano con logiche discriminanti, se la riduzione degli accadimenti infortunistici la si pratica appaltando, se non subappaltando, le lavorazioni più a rischio e la contrazione dei costi di produzione viene ottenuta risparmiando sulle protezioni e sulla formazione, la necessità di una “nuova stagione del lavoro e dei diritti”, non può più essere una priorità sindacale, ma un’urgenza collettiva.
Quali sono le priorità sulle quali investire per dare valore alla salute e sicurezza in ogni contesto lavorativo e in particolare nelle piccole aziende?
Non occorrono particolari priorità, non necessitano interventi straordinari. Servono una volontà ed impegno, espressi in modo tripartito (quindi, da parte di istituzioni e Parti sociali) nel rendere agìta e garantita, in ogni contesto lavorativo, una prevenzione di prossimità. Una prevenzione che parta dall’analisi del contesto lavorativo, dalla valutazione dei rischi presenti nello svolgimento delle mansioni e che punti alla valorizzazione della popolazione lavorativa occupata, qualificando in questo modo l’azienda.
Considerando, infatti, il nostro tessuto produttivo altamente frammentato, caratterizzato soprattutto da piccole imprese, è dalla sola collaborazione stretta tra gli attori aziendali della prevenzione, promuovendo l’esercizio del ruolo delle diverse figure, a partire dalla rappresentanza dei lavoratori, che può realizzarsi quel cambio di passo necessario per ridare valore al lavoro, per garantire le giuste tutele, per abbattere in modo radicale la piaga degli eventi di danno causati dal lavoro. L’aumento degli organi di controllo e degli interventi di vigilanza non potranno mai costituire la soluzione privilegiata ed univoca per un’affermazione certa e diffusa del rispetto della tutela della salute e sicurezza in ogni ambito lavorativo e nei riguardi di tutti gli occupati, indipendentemente dalla natura del rapporto contrattuale. Una formazione efficace, permanente ed adeguata, una sorveglianza sanitaria in ottica di genere, una valutazione dello stress lavoro-correlato che parta dall’analisi dell’organizzazione del lavoro, l’adozione di dispositivi di protezione adattabili all’utilizzatore, giunti ad oltre trent’anni dall’emanazione dei precetti comunitari, non possono più essere annoverati tra le conquiste, ma devono costituire diritti garantiti per tutti.