Prossima al trasferimento nell’ambito del Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione, in fase di avanzata ristrutturazione, la struttura dipartimentale di Neurofisiopatologia dell’Azienda ospedaliera di Terni continua il percorso di aggiornamento per garantire all’attività neurochirurgica livelli di qualità e sicurezza sempre più elevati. A tal fine dal 9 all’11 aprile organizza delle giornate formative pratico-teoriche dedicate al monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio in neurochirurgia, una tecnica evoluta che pochi centri in Italia garantiscono e che a Terni è diventata ormai uno standard nel trattamento neurochirurgico elettivo di alcune patologie neurologiche e della colonna vertebrale.
Fondamentale per la diagnosi clinica e strumentale di alcune malattie neurologiche come l’epilessia, sia infantile che dell’età adulta, delle malattie muscolari e del sistema nervoso periferico e centrale, la struttura di Neurofisiopatologia di Terni conta ogni anno circa 2300 elettroencefalogrammi, 1300 elettromiografie, 300 potenziali evocati e 900 visite ambulatoriali. Ma quello che l’ha resa una risorsa insostituibile nell’ambito del trattamento neuro-oncologico e nella neurochirurgia traumatologica, sia cranica che spinale, è l’attività di monitoraggio intraoperatorio (IOM), che consente di controllare la funzionalità di importanti strutture nervose nel corso di un intervento chirurgico, supportando il neurochirurgo al fine di garantire migliori livelli di sicurezza e di efficacia.
“Da tre anni – spiega il responsabile della struttura di Neurofisiopatologia, Domenico Frondizi – in considerazione del forte sviluppo dell’attività neurochirurgica elettiva e anche dell’avvio del protocollo sperimentale di inoculazione di cellule staminali in pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica (SLA), il servizio dispone anche di una sofisticata apparecchiatura che consente il monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio. In parole povere, i monitoraggi neurofisiologici intraoperatori in neurochirurgia consentono al chirurgo di operare con il massimo grado di sicurezza preservando le funzioni neurologiche monitorizzate, e garantendo gli elevati standard di qualità richiesti alle strutture di eccellenza. Tra i temi che saranno affrontati durante il corso di aggiornamento vi sarà anche quello relativo alla awake surgery, cioè a paziente sveglio, una metodica di nicchia in costante ascesa nella neurochirurgia elettiva”.
In quest’ottica è diretto il secondo aggiornamento professionale promosso dall’Azienda ospedaliera S. Maria, che si svolgerà a Castedilago (TR) dal 9 all’11 aprile e che si rivolge alle numerose figure professionali coinvolte nell’attività: medici anestesisti-rianimatori, neurochirurghi, neurofisiopatologi, neurologi, neuroradiologi, tecnici di neuroradiologia e di neurofisiopatologia, infermieri. Parteciperanno oltre al direttore del dipartimento di neuroscienze Sandro Carletti e a Domenico Frondizi, esperti di caratura nazionale come Paolo Costa di Torino, Paola Lanteri di Genova, Riccardo Budai di Udine e Giuseppe de Scisciolo di Firenze.