Il 25 aprile si celebra la giornata mondiale contro la malaria, la più diffusa malattia tropicale che, con oltre 240 milioni di casi ogni anno, costituisce ancora un enorme problema di sanità pubblica nel mondo, rappresentando la prima causa di malattia e di morte in molti Paesi tropicali e in particolare in Africa, e anche un serio rischio per chi viaggia nei paesi tropicali, senza eccezione per i viaggiatori umbri.
“Sebbene in Italia la malaria sia scomparsa da diversi decenni, intorno alla fine degli anni ’50 del ventesimo secolo, – spiega la professoressa Daniela Francisci, direttrice della clinica universitaria di Malattie Infettive dell’Azienda ospedaliera di Terni – si continuano ad osservare circa 600 casi ogni anno in persone che per motivi di lavoro o per turismo si recano in aree malariche e sviluppano la malattia dopo il loro ritorno a casa (malaria da importazione). E’ in aumento anche il numero di casi in soggetti immigrati che tornano nel loro paese d’origine dopo molti anni per visitare parenti o amici e si ammalano, avendo perduto nel tempo l’immunità transitoria. Solo negli ospedali di Perugia e Terni – aggiunge la professoressa Francisci – nel corso degli ultimi 3 anni sono stati osservati 38 casi di malaria (33 in soggetti adulti e 5 pediatrici) di cui 33 causati da Plasmodium falciparum, la forma più diffusa e grave. Erano tutti soggetti che avevano soggiornato in aree malariche e si erano ammalati dopo il ritorno”.
Che cosa è e come si trasmette la malaria? La malaria è una pericolosa malattia infettiva causata da protozoi del genere Plasmodium che si trasmette all’uomo attraverso la puntura di zanzare del genere Anopheles. Gli insetti si infettano pungendo un soggetto malato e trasmettono poi l’infezione ad un altro individuo con una successiva puntura. In assenza del vettore (zanzara) la malattia non può trasmettersi. La forma più diffusa e grave è causata da Plasmodium falciparum.
Come si manifesta la malaria? I sintomi chiave della malaria sono episodi di febbre elevata preceduta da brivido e seguita da sudorazione profusa accompagnata da cefalea, nausea, vomito. E’ importante che un viaggiatore di ritorno da un viaggio in aree malariche, in caso di comparsa di febbre si rechi subito al Pronto Soccorso per essere valutato da uno specialista infettivologo e sottoposto ad esami diagnostici. La malaria può essere una malattia molto grave che necessita di un tempestivo trattamento con farmaci anti malarici e con eventuale terapia di supporto.
Come ci si protegge dalla malaria? E’ importante innanzitutto rivolgersi all’ufficio vaccinazioni o medicina del viaggiatore della USL, per avere una consiglio sulla più adeguata protezione farmacologica che dovrà essere iniziata al momento della partenza e proseguita per tutta la durata del soggiorno. Una volta sul posto è fondamentale prendere tutte le misure di protezione contro le punture di zanzara in particolare all’imbrunire e di notte (zanzariere, vestiti coprenti, repellenti, insetticidi). Una adeguata protezione contro le punture può ridurre fino al 90% il rischio di malaria.