Spello, l’olivicultura umbra, l’impatto della nuova Pac

“Nuovi scenari dell’olivicoltura: norme e regolamenti verso il futuro”

SPELLO – Qual è l’impatto della nuova Politica Agricola Comune PAC 2014-2020 sull’olivicoltura italiana? E quale il futuro dei piccoli produttori umbri in base alle nuove norme e ai nuovi regolamenti? Se ne è parlato il 25 marzo nella sala dell’Editto del Palazzo Comunale di Spello, durante un incontro di ASSO.FRANT.O.I. (Associazione Frantoi Oleari Italiani) con associati, tecnici ed esperti del settore olivicolo.

La riforma della PAC per il periodo 2014-2020 contiene elementi di novità che avranno impatti rilevanti sul settore dell’olio a livello di sistema produttivo regionale. In particolare, per quanto riguarda il sostegno comunitario e l’accesso ai finanziamenti per le misure di sviluppo, la nuova PAC prevede di interagire non più con i singoli produttori ma, secondo un modello già collaudato in altri paesi europei, solo con organizzazioni riconosciute, le cosiddette OP olivicole, che diventano gli unici i beneficiari dei programmi di sostegno. La strada che i piccoli produttori hanno l’opportunità di percorrere per vincere le nuove sfide economiche è quella di unirsi per potersi presentare come distretti invece che come singole realtà, e in questa prospettiva sarà strategico poter sfruttare le potenzialità associative già presenti sul territorio nazionale.

Ad aprire i lavori è stato il presidente di ASSO.FRANT.O.I. Pier Luigi Silvestri, che ha illustrato i progetti portati a compimento dall’associazione nel corso di questi primi due anni di attività, nell’ambito del progetto “Miglioramento della qualità degli oli di oliva” (Reg. CE 867/08 e s.m.i.). Istituita due anni fa anche grazie a una forte sinergia con Confagricoltura, Assofrantoi è un’associazione che rappresenta oltre 250 frantoiani in varie regioni italiane. Tra le sue principali attività rientrano la promozione della qualità dell’olio, la carta di identità dell’olio, un sistema per garantire la tracciabilità che è ormai indispensabile non solo per la qualità e la credibilità del prodotto, ma anche per tutte le potenzialità di vendita e di marketing, e progetti di commercializzazione che vanno dall’e-commerce all’interprofessione.

“Abbiamo deciso di essere qui a Spello per il convegno sulla fine della nostra seconda annualità del progetto – ha detto Pier Luigi Silvestri – perché riteniamo che l’Umbria rappresenti un tassello fondamentale del settore olivicolo italiano, e siamo certi che la collaborazione con i frantoiani e con le associazioni territoriali possa essere sempre più proficua. Al di fuori delle singole politiche associazionistiche, è importante tener presente che lo scopo comune è la riaffermazione della credibilità italiana nel comparto olivicolo, e soltanto una stretta sinergia fra tutti noi attori del settore sarà in grado di ridare lustro a una delle eccellenze del nostro paese”.

Palma Esposito, responsabile della direzione economica di Confagricoltura per i settori vino e olio, è intervenuta sul tema della Politica Agricola Comune (PAC) nel settore dell’olio di oliva. Nata nel 1966 con l’istituzione dell’OCM delle materie grasse vegetali, e passata attraverso diverse fasi evolutive del regime di aiuto alla produzione, la nuova PAC prevede importanti modifiche legate non soltanto al rispetto delle norme igienico-sanitarie in materia di stoccaggio dell’olio e vendita a privati dell’olio, ma anche alla necessità di creare sul territorio delle OP olivicole, cioè organizzazioni tra produttori, per continuare a giocare un ruolo da protagonisti nel settore dell’olio di oliva.

“Il settore dell’olio di oliva – ha detto Palma Esposito – risente in maniera rilevante dell’impatto delle nuova PAC. La modifica del sistema dei pagamenti è tale da portare ad una riduzione degli aiuti comunitari fino al 50% e molte aziende potrebbero trovarsi in difficoltà. Sarà sempre più importante considerare anche alcune strategie di aggregazione per le aziende. In tale contesto le organizzazioni dei produttori assumeranno sempre una maggiore importanza strategica. La modifica ai programmi operativi per il settore olivicolo apre delle possibilità nuove per il miglioramento della competitività attraverso la modernizzazione, che andrebbero colte e valorizzate. Il lavoro nei prossimi mesi e il confronto con i produttori sarà fondamentale per implementare le norme nel modo più efficace ed efficiente per il comparto”.

E’ stata poi trattata la normativa di settore, con particolare riferimento al D.M. 16059 del 23/12/2013, e l’agronomo Gabriele Di Zacomo, coordinatore delle attività dell’Associazione frantoiani dell’Umbria, ha illustrato nel dettaglio le norme relative alla gestione dei registri del SIAN sia per privati che per i frantoi e gli oleifici. La normativa sopra indicata, infatti, stabilisce l’obbligo di tenere i registri di entrata e di uscita per ogni categoria di olio d’oliva e di sansa, per tutte le persone e i gruppi di persone fisiche o giuridiche che detengono tali prodotti ai fini dell’esercizio della loro professione o a fini commerciali, dalla fase dell’estrazione al frantoio fino all’imbottigliamento.

“In altre parole – ha spiegato Gabriele Di Zacomo – a partire dal 2014 tutte le aziende olivicole che commercializzano olive e olio destinato ad uso alimentare, e quindi non soltanto i frantoiani o chi confeziona per conto terzi come era in passato ma anche chi commercializza il proprio prodotto, devono assolvere a nuovi adempimenti e nello specifico devono tenere un registro informatico di carico e scarico, da compilare periodicamente, attraverso l’iscrizione al portale SIAN”. Il termine ultimo per la registrazione al SIAN è stato prorogato al 10 aprile.