Ospedale Terni, nella cappella un confessionale accessibile a tutti

Ampliato in larghezza e lunghezza, il confessionale della cappella ora misura 2 metri per 1,20

TERNI – Dall’inizio dell’estate la cappella Santa Maria dell’ospedale di Terni ha un nuovo confessionale accessibile a tutti. Realizzato in poco più di un mese, tra maggio e giugno, l’intervento di abbattimento delle barriere architettoniche è nato da una proposta del cappellano, padre Angelo, che è stata accolta con entusiasmo dal direttore generale Maurizio Dal Maso e da Gianfranco Colasanti, presidente dell’UNMIL (Unione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro) di Terni, che collabora con la direzione aziendale per quanto attiene ai temi dell’accoglienza e accessibilità, della mobilità e viabilità e della sicurezza.

Ampliato in larghezza e lunghezza, il confessionale della cappella ora misura 2 metri per 1,20 ed è dotato di una porta scorrevole a vetri e, all’interno, di una seduta a scomparsa che lascia lo spazio sufficiente per far accedere agevolmente anche le persone con disabilità che sono costrette a muoversi in carrozzella.

“L’intervento di abbattimento delle barriere architettoniche – dice padre Angelo – ha incontrato tantissimi commenti favorevoli da parte di tutti quei pazienti e dipendenti che ora possono vivere pienamente la loro fede, nel rispetto della privacy e della riservatezza che il sacramento della confessione richiede”. Naturalmente, tutti coloro che sono impossibilitati a muoversi continueranno a ricevere nella camera di degenza il sacramento della confessione così come quello della comunione eucaristica.

Si tratta di un’opera strutturale in fondo poco onerosa e che passerebbe in sordina, rispetto al ben più complesso piano di ristrutturazione che sta trasformando il nosocomio ternano. “Eppure non è così scontata e comune neppure in un ospedale – sottolinea Colasanti –  e  dimostra come la direzione aziendale sia sempre pronta ad accogliere proposte, anche piccole ma costruttive, e attenta alle diverse esigenze di chi frequenta l’ospedale, dai pazienti ai dipendenti, riadattando spazi e, in questo caso, rimuovendo ostacoli fisici che possono essere fonte di disagio per coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea”.