Ospedale di Terni, Terapia Intensiva Neonatale aperta a tutta la famiglia

Per la Giornata mondiale della prematurità

Il 17 novembre, in occasione della giornata mondiale della prematurità, il reparto di Terapia intensiva neonatale (TIN) dell’ospedale di Terni  dalle ore 11 alle 14 sarà aperto non soltanto ai genitori ma anche ai fratelli,  alle sorelle e ai nonni dei piccoli ricoverati. Con l’occasione sarà inoltre organizzato un incontro tra i genitori dei neonati attualmente in reparto e quelli dei pazienti già dimessi per favorire uno scambio di esperienze.

Ogni anno, infatti, nel mondo circa 15 milioni di bambini nascono pretermine cioè prima delle 37 settimane necessarie per una gravidanza completa.  L’OMS ricorda che le complicazioni dovute a nascite pretermine sono la principale causa di morte tra i bambini sotto i 5 anni di età, responsabile di quasi un milione di morti nel 2013, o di invalidità permanente in assenza di un trattamento adeguato. I sopravvissuti possono essere gravati da disabilità più o meno gravi, inversamente proporzionali all’età gestazionale (0,5-1% al di sopra delle 32 settimane e 10-20% sotto tale epoca gestazionale). In Italia 40mila neonati (il 6.9% dei nati vivi) nascono pretermine di cui circa il 2% prima delle 32 settimane. La mortalità è poco superiore al 10%, ma la quota principale è rappresentata dai neonati con età gestazionale inferiore a 30 settimane (30-35%).

I progressi tecnologici e la migliore organizzazione territoriale dell’assistenza – sottolinea il direttore della Pediatria Neonatologia e TIN di Terni Francesco Crescenzi – hanno reso possibile la sopravvivenza extrauterina di feti con età gestazionale impensabile fino a pochi anni fa e così bassa da sovrapporsi quasi al limite temporale, fissato dalla Legge 194/1978 per l’aborto. Quasi un anno fa – ricorda il dott. Crescenzi – tutto il dipartimento materno infantile festeggiava perché veniva dimessa a 4 mesi e in buone condizioni di salute la piccola Aurora, nata a una età gestazionale di sole 22 settimane, con un peso di circa 498 grammi sceso fino a 370 grammi, e che oggi sta bene come tanti altri bambini che venerdì potranno ritrovarsi in reparto”.

L’aumento della prematurità è correlato a diversi fattori: patologia della gravidanza (ipertensione, diabete, infezioni), gravidanze a rischio (anomalie anatomiche dell’utero, gemellarità, gravidanze indotte) ed età della gestante (sotto i 20 o sopra i 38 anni) sono tra le cause principali, ma sono sempre più in gioco anche gli stili di vita non idonei (alcolismo, tabagismo, uso di droghe). Quello della prematurità è un fenomeno in crescita diventato un problema di salute pubblica, che deve essere considerato in termini di prevenzione, cura e assistenza e che induce a riflettere sull’inizio vita in modo sempre più responsabile. Per questo – conclude il dottor Crescenzi – è fondamentale potenziare la prevenzione  sulla madre e migliorare l’organizzazione dei Centri Nascita più grandi e strutturati affinché  migliori la sicurezza per le donne ed i neonati”.