Futuro oncoematologia ospedale Terni, direttore Dal Maso fa chiarezza

Sciopero nazionale, alta la partecipazione all’ospedale di Terni

La direzione dell’Azienda ospedaliera di Terni ha fissato per il 13 settembre un incontro tecnico con la professoressa Anna Marina Liberati, direttrice dell’unità operativa complessa di Oncoematologia, il responsabile tecnico patrimoniale  Bruno Alessandrini, il direttore sanitario Sandro Fratini e delegati del SITRO e della direzione medica di presidio, al fine di definire ed eventualmente migliorare il progetto di ristrutturazione della sede attuale dell’Oncoematologia, progetto già approvato e condiviso anni fa con la stessa responsabile e che la direzione  aziendale vuole realizzare nell’interesse dei pazienti. In attesa dell’incontro il direttore generale Maurizio Dal Maso spiega gli evidenti motivi per cui la richiesta di trasferimento e di posti letto dedicati, avanzata dalla prof.ssa Liberati, non può essere prevista nell’ambito della riorganizzazione logistica e funzionale in atto nel nosocomio ternano e in nessun moderno dipartimento oncologico nazionale o estero.

L’attività assistenziale nel 99% dei pazienti trattati è correttamente svolta in regime  ambulatoriale e i pazienti che hanno richiesto un ricovero (ordinario  o di  day hospital) nel 2016 sono stati 10,  nel 2015 solo 5 e nell’anno precedente 6. Nel primo semestre 2017 ci sono stati solo 2 day hospital e nessun ricovero ordinario.

Per il direttore generale “appare pertanto incomprensibile la richiesta di una dotazione di 8 posti letto ‘dedicati’.  Infatti,  anche analizzando i ricoveri appropriati effettuati per i pazienti oncoematologici,  risultano 86 i casi trattati nel 2016 per un totale di 1.029 giornate di degenza che al massimo potrebbero giustificare 3 posti letto. Nel primo semestre del 2017 questi pazienti sono stati 30 e giustificherebbero al massimo 2,2 posti letto”. Tutti i moderni dipartimenti oncologici prevedono un aumento costante delle attività ambulatoriali in relazione alle attuali  possibilità cliniche, diagnostiche  e assistenziali in senso lato,  in un modello di cure integrate multidisciplinari e questo è anche quello che sta organizzando l’ospedale ternano.

La  riorganizzazione assistenziale che l’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni sta attuando  prevede la creazione  di  aree differenziate  di intensità di cura  e “l’area  medica sarà concentrata – ricorda il Dg  – al quinto piano dell’ospedale, dove è prevista anche la degenza di pazienti oncologici e oncoematologici.   Ed è per questo che alla prof.ssa Liberati  è  stato chiesto  di predisporre i protocolli clinici di ricovero dai quali si potranno evincere i motivi del  ricovero ordinario, la tipologia del trattamento e il setting assistenziale richiesti per ogni paziente”.

“L’attività assistenziale – torna a precisare Dal Maso –  deve essere erogata nelle migliori condizioni, non solo cliniche e assistenziali ma anche logistiche per il paziente e i suoi accompagnatori, e  la sede attuale è migliorabile e può essere resa più funzionale e coerente con le esigenze dei pazienti.  E’ una superficie di circa 600 mq dove è possibile realizzare una grande sala di attesa, che ora manca, al fine di favorire l’afflusso e l’accettazione dei pazienti. Circa 450mq sono dedicati alle attività cliniche, mentre le stanze mediche e altre adibite ad archivi cartacei occupano 150mq.  Anche in questo caso ci sono soluzioni migliorative che l’Azienda vuole attuare, ricordando, tra l’altro, che all’interno del monoblocco una simile metratura non sarebbe  comunque disponibile per ospitare l’Oncoematologia”.

Ristrutturare la sede attuale dell’Oncoematologia è coerente con gli obiettivi aziendali e pertanto dovrà essere  realizzata  nei  tempi minimi  necessari. “Tale richiesta – aggiunge il direttore generale –  si aggiungerà  a quella già fatta  alla prof.ssa Liberati di organizzare meglio i  flussi di arrivo  dei  pazienti ambulatoriali che oggi, inutilmente, continuano ad essere invitati a presentarsi tutti insieme e tutti alla stessa ora,  pur avendo esigenze cliniche diverse,  tempi stimati di accesso diversi e necessità assistenziali molto diverse fra loro, magari, programmando  le attività nell’arco delle 12 ore comprese fra le ore 8.00  (o prima per particolari esigenze cliniche ) e le ore 19.00/20.00  al contrario di quanto avviene oggi, nonostante gli inviti che la Direzione aziendale ha più volte fatto alla prof. Liberati di riorganizzarsi secondo queste semplici regole, evitando inutili ore di attesa alle persone perché queste sono le cose che più interessano,  in termini di accoglienza,  agli utenti”.

Partendo da questi dati oggettivi, la direzione aziendale ritiene che la riunione del 13 settembre “potrà servire a chiarire idee o divergenze e avviare le procedure relative ai lavori, stigmatizzando l’inutile ricorso ad altre figure istituzionali, che nulla hanno a che vedere con la normale gestione medica e assistenziale delle attività di Oncoematologia, e tutti consapevoli, o almeno così ci auguriamo, che i problemi clinici, assistenziali e organizzativi non si possano risolvere sui giornali, ma, come fanno regolarmente tutti i Direttori di Unità operativa del nostro ospedale, dal confronto serio e costruttivo all’interno del loro Dipartimento e con la Direzione aziendale ”.